(detto
Eugène). Romanziere
francese. Compiuti gli studi di Medicina, partecipò all'assedio di Cadice
come chirurgo e nel 1825 si imbarcò su una nave della Marina reale come
chirurgo di bordo. Nel 1829 lasciò la Marina per dedicarsi alla
letteratura, finanziariamente sostenuto da una forte eredità. La prima
fase della sua carriera è caratterizzata dalla stesura di opere di chiara
ispirazione marittima (
Plick et Plock, 1831;
La Salamandre, 1832;
Atar-Gull, 1832;
La Vigie de Koatven (1833). Successivamente volle
avvicinarsi al mondo aristocratico e mondano, sebbene dopo il suo romanzo
Latréaumont (1838), nel quale esprimeva la sua ostilità nei
confronti di Luigi XVI, e a causa della notevole diminuzione dei suoi averi
(
S. aveva dilapidato quasi l'intero suo patrimonio), l'aristocrazia lo
allontanasse da sé. Del periodo sono:
Arthur (1838-39);
Jean
Cavalier (1840);
Mathilde (1841), nel quale
S. espresse,
creando notevole scandalo, il suo favore nei confronti del divorzio.
Dall'adesione al Socialismo (1841) scaturirono le opere migliori di
S.,
prima fra tutte
Les Mystères de Paris, apparsa a puntate sul
"Journal des Débats" a partire dal 19 maggio 1842 e destinata
a un notevole successo, precursore del genere del
roman-feuilleton, che
tanto seguito avrebbe avuto negli anni a venire. Dopo l'elezione nelle file del
Partito socialista (1850), il 2 dicembre dello stesso anno, in occasione del
colpo di Stato, venne arrestato ma liberato poco dopo.
S. decise comunque
di lasciare Parigi per la Savoia. Tra le altre opere di S. ricordiamo:
Le
Juif errant (1844-45);
Les sept péchés capitaux
(1847-49);
Les mystères du peuple (1849-56);
Les enfants de
l'amour (1850);
Les misères des enfants trouvés (1851);
La bonne aventure (1851);
L'institutrice (1851);
Fernand
Duplessis (1852);
Gilbert et Gilberte (1853);
La famille
Jouffroy (1854);
Le diable médecin (1855-57);
Le fils de
famille (1856-57) (Parigi 1804 - Annecy 1857).